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Jacopo Bassi
Senior Manager
jacopo.bassi@altisadvisory.com

La Direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) dell’Unione Europea introduce obblighi dettagliati per le aziende che rientrano in specifiche soglie dimensionali riguardo alla rendicontazione delle loro performance di sostenibilità, con l’obiettivo di promuovere uno sviluppo economico più sostenibile e trasparente. Congiuntamente, l’EFRAG ha pubblicato gli standard di rendicontazione ESRS (European Sustainability Reporting Standards). Questi ultimi dovranno essere utilizzati nei report di Sostenibilità e rappresentano le linee guida specifiche per la pubblicazione delle informazioni, coprendo diverse aree tematiche.

Le novità della CSRD
Rispetto a quanto stabilito nella normativa pre ESRS, la nuova Direttiva introduce due principali novità:

  • la doppia materialità: con cui oltre agli impatti sugli stakeholder, dovranno essere rendicontati anche gli impatti finanziari delle attività aziendali, sia in termini di rischi (per esempio, i possibili danneggiamento e/o blocchi della produzione a causa di eventi meteorologici avversi resi più frequenti e intensi dalla crescita delle temperature), i  che di opportunità (l’evoluzione delle normative UE può tradursi in maggiori costi, ma anche nello sviluppo di nuove aree di mercato);
  • un allargamento del perimetro di valutazione: gli impatti da considerare dovranno essere estesi anche alla catena del valore, che include oltre alla catena di fornitura, anche le fasi di distribuzione, uso/consumo dei beni e la gestione del loro fine vita.
Leggi qui l’approfondimento sul sito internet della rivista Materia Rinnovabile a cura del Senior Manager Altis Advisory Jacopo Bassi 

I pilastri tematici della Direttiva CSRD
Con l’obiettivo di creare un processo di rendicontazione completo, strutturato ed esaustivo, e di non fermarsi agli aspetti quantitativi, ma di raggiungere l’analisi anche di quelli qualitativi, la Direttiva tocca varie aree di rendicontazione, definendo i differenti standard.
In una serie di approfondimenti realizzati da Jacopo Bassi, Senior Manager di ALTIS Advisory SRL SB, pubblicati sulla rivista Materia Rinnovabile, si analizzano le principali aree tematiche ambientali della Direttiva:

Economia circolare (ESRS E5)
Lo standard ESRS E5 richiede alle aziende di fornire informazioni dettagliate sui materiali gestiti, sia in ingresso che in uscita.

  • Materiali in ingresso: le aziende devono riportare, tra le altre informazioni, le quantità di materie prime biobased certificate, materiali riciclati e derivati da attività di recupero
  • Prodotti finali: è necessario fornire dati su durabilità, riparabilità e percentuale di contenuto riciclabile, sia per i prodotti che per gli imballaggi
  • Obiettivo: valutare la sostenibilità delle fonti di approvvigionamento e monitorare i progressi nella performance di circolarità
  • Strategie aziendali: le aziende devono dimostrare come intendono ridurre la dipendenza da risorse vergini e implementare modelli di produzione e consumo circolari
Leggi qui l’approfondimento sul sito internet della rivista Materia Rinnovabile a cura del Senior Manager Altis Advisory Jacopo Bassi 

Biodiversità (ESRS E4)
Lo standard ESRS E4 impone alle aziende di valutare e rendicontare l’impatto delle loro attività sulla biodiversità.

  • Mappatura dei siti operativi: identificazione di impatti su aree sensibili
  • Metriche chiave: qualità degli ecosistemi, frammentazione degli habitat, connettività ecologica
  • Misure di mitigazione: attuazione di piani per la riduzione della perdita di biodiversità e per il ripristino degli ecosistemi danneggiati
  • Integrazione nelle strategie aziendali: sviluppo di modelli operativi che minimizzino il consumo di suolo e la distruzione di habitat naturali
Leggi qui l’approfondimento sul sito internet della rivista Materia Rinnovabile a cura del Senior Manager Altis Advisory Jacopo Bassi 

Inquinamento (ESRS E2)
Lo standard E2 si concentra sulle varie forme di inquinamento generate dalle attività aziendali, escludendo il cambiamento climatico che occupa una sezione a parte.

  • Identificazione e quantificazione: le aziende devono monitorare le emissioni di inquinanti nell’aria, nell’acqua e nel suolo
  • Quantificazione: misurazione in termini di peso delle emissioni di inquinanti e comunicazione del peso totale delle sostanze preoccupanti ed estremamente preoccupanti (secondo il Regolamento REACH)
  • Misure di riduzione: strategie per minimizzare l’uso di sostanze tossiche, ridurre le emissioni e gli inquinanti nei reflui
Leggi qui l’approfondimento sul sito internet della rivista Materia Rinnovabile a cura del Senior Manager Altis Advisory Jacopo Bassi 

Cambiamento climatico e emissioni (ESRS E1)
Un aspetto fondamentale della CSRD riguarda il monitoraggio delle emissioni di GHG e il loro impatto sul clima.

  • Scope 1, 2 e 3: obbligo di rendicontazione delle emissioni dirette e indirette, incluse quelle derivanti dalla catena del valore
  • Piani di decarbonizzazione: definizione di obiettivi di riduzione delle emissioni in linea con gli accordi internazionali sul clima
  • Strategie di adattamento: identificazione dei rischi climatici e sviluppo di misure per la resilienza aziendale
Leggi qui l’approfondimento sul sito internet della rivista Materia Rinnovabile a cura del Senior Manager Altis Advisory Jacopo Bassi

Diritti umani e Governance aziendale
Oltre agli aspetti ambientali, la CSRD impone la rendicontazione su temi sociali e di governance.

  • Diritti dei lavoratori: protezione dei diritti umani, equità salariale e condizioni di lavoro sicure
  • Diversità e inclusione: strategie per garantire parità di genere e rappresentanza delle minoranze
  • Etica aziendale: trasparenza nella gestione finanziaria, prevenzione della corruzione e rispetto delle normative internazionali

La Direttiva CSRD e gli standard ESRS rappresentano un passo significativo verso una maggiore trasparenza e responsabilità delle aziende riguardo agli impatti delle loro attività, considerando che l’obiettivo ultimo non è la perfezione della rendicontazione, ma una maggiore trasparenza delle informazioni condivise. Il raggiungimento di questo goal è facilitato sicuramente dal fatto che gli standard ESRS offrono riferimenti completi e precisi per aiutare un’azienda a intraprendere un serio percorso di sostenibilità.

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